A poche decine di metri dalla Cattedrale sorgono la chiesa e il monastero di San Giovanni Evangelista di origine medievale (980), ma completamente ricostruiti all'inizio del 1500. All'interno si trovano straordinarie opere pittoriche: tra queste, in particolare, la cupola raffigurante il Transito di San Giovanni, affrescata da Correggio nel 1520-21, e alcuni affreschi di Parmigianino (Francesco Mazzola) nei sottarchi di tre cappelle.
Del Monastero sono visitabili i Chiostri e la Biblioteca. Anche l'Antica Spezieria (oggi museo statale) merita una visita.
Ritroviamo importanti tracce di Parmigianino nella Chiesa di Santa Maria della Steccata il cui tesoro maggiore è certo costituito dal ciclo decorativo dell’arcone del presbiterio, realizzato dal Mazzola nel 1530-39 sul tema evangelico delle Vergini sagge e delle Vergini folli. All'interno della Chiesa, sull'altare maggiore, si trova il dipinto medievale della Vergine che allatta Gesù, la cui prima collocazione in un cortile con la protezione di uno steccato, dà il nome alla chiesa.
Prima opera del Correggio a Parma è l'affresco della Camera di San Paolo nell'omonimo monastero: la volta da lui affrescata nel 1519 sotto forma di un pergolato nella sala da pranzo dell'appartamento della Badessa è uno degli esiti più alti del maturo Rinascimento italiano. Correggio creò l'illusione di un pergolato con festoni di frutta appesi a nastri. Al centro della volta lo stemma di famiglia della Badessa Giovanna. Sul camino Diana sul carro, pronta per la caccia, allegoria della Badessa che lottò contro le autorità religiose e civili per mantenere il suo convento indipendente come era stato sin dal Medio Evo.
Attraversando il Ponte di Mezzo troviamo, in zona Oltretorrente, la Chiesa e il monastero della SS. Annunziata. L'edificio risale al 1566 su disegno di Giambattista Fornovo. La pianta della chiesa è curiosa, sperimentale per quei tempi, con elementi che verranno ripresi dai grandi maestri dell’epoca barocca. Gli stucchi e le decorazioni dell'aula principale sono attribuite a Luca Reti (inizio sec. XVII). L’organo è opera di Giuseppe Serassi.
Del convento sono visitabili il chiostro, il refettorio, la biblioteca e la sala capitolare dove sono stati collocati oggetti e fotografie legate alla figura di padre Lino Maupas, frate minore vissuto tra l’800 e il '900 di cui è in corso la causa di beatificazione.